Di loro hanno scritto in termini positivi grandi cinofili, non ultimo il grande pointerman Arkwright il quale affermò:” Gli spaniel sono i più antichi cani da caccia. Essi possono sostituire setters,pointers e retrivers sul terreno di caccia senza che costoro siano in grado di ricambiare la cortesia”.

Grandi allevatori inglesi di cani da ferma come Mr.George,Mr.Llevelinn hanno allevato e selezionato ad inizio del ‘900 spaniel. Essi intuirono la validità venatoria di queste razze che si affermavano sempre di più, fino a sostituire nella quasi totalità il cane da ferma agli inizi degli anni ’50 nelle isole britanniche.

Oggi, in Gran Bretagna, l’allevamento del cane da ferma , è limitato alla pura sopravvivenza della razza, mentre springers e cockers sono unitamente ai retrivers i cani più utilizzati e diffusi presso i cacciatori.

Cambiamenti di selvaggina e di habitat hanno fatto sì che ciò avvenga, ma non solo.

Gli  Spaniel si sono affermati per le loro doti, siano esse di operatività che di carattere. La taglia poco ingombrante e la loro operatività sono state la ragione principale del loro  grande successo che si sta diffondendo in tutto il mondo.

Il lavoro degli spaniel è tale da soddisfare appieno il cacciatore sportivo. Colui che pratica la caccia in terreno libero alla ricerca di selvaggina, nei luoghi più disparati e difficili, alternando stanziale e migratoria a seconda delle stagioni e del passo.

Gli Spaniel lavorano bene ogni tipo di selvatico, ma si esaltano soprattutto su selvaggina vera, sulla quale e verso la quale, riescono a dimostrare tutta la loro efficacia e trasmettere al cacciatore grandi sensazioni ed emozioni.

Non necessitano di ammennicoli di sorta, vedi beeper, campani e quanto altro, poiché essi cacciano per il loro padrone e non per se stessi.

Cani coraggiosi ed esuberanti, spettacolari ed emozionanti. Si sacrificano insieme al loro padrone, verso il quale profondono grande attaccamento. Soprattutto realizzano, fanno carniere. Si badi bene, carniere di grande soddisfazione, carniere partecipato, non prelievo generico, non razzolamento, non “tutto in qualunque modo”.

Gli Spaniel cacciano con grande discernimento sia gli animali da pelo ( lepre, mini‐lepre, coniglio), sia da penna vedi fagiano, quaglia, rosse, colini, rallidi, anatre, ma soprattutto beccacce sulle quali riescono a confezionare lavori che sono vere proprie opere d’arte. Opere realizzate in collaborazione con il cacciatore, non opere da immaginare, da interpretare o ancor peggio da “raccontare”, opere da vivere in diretta, con tutta l’emozione che ne consegue.

Il lavoro di uno Spaniel, in un roveto fittissimo, nei mesi invernali, è qualche cosa di non raccontabile. Si può vivere e vedere, non raccontare , poiché il farlo difficilmente trasmetterebbe all’ascoltatore la stessa emozione e le stesse scariche di adrenalina che si sono provate nel partecipare.

(di Carlo Rondinelli)